“Affermo che, dato non fondamentale ma pregiudiziale della potenza politica, e quindi morale ed economica delle Nazioni, è la loro potenza demografica” questo dichiara, fra le altre cose, Benito Mussolini nel suo Discorso dell’Ascensione il 26 maggio 1927.
L’approccio dell’Italia fascista al problema demografico fu quello neomercantilistico: lo Stato era l’unico arbitro della salute pubblica e le donne non solo non avrebbero dovuto avere potere decisionale sulla procreazione ma erano spesso considerate antagoniste dello stato se decidevano di non avere figli.
Il ministro della salute, Beatrice Lorenzin, dopo il più famoso “andate e moltiplicatevi” deve aver letto questo discorso e lo avrá trovato illuminante.
E subito ha ingegnosamente pensato di ispirarsi alle parole del Duce per il piano nazionale della fertilità.
Un piano un pò datato forse, ma a quanto pare ancora condivisibile da alcune menti avanguardiste.
La prossima mossa sarà la tassa sul celibato.
E poi la legge anti-aborto che farà tornare in auge le mammane.
Secondo la Lorenzin bisogna moltiplicarsi gioiosamente in gioventù, senza pensare a come mantenere o accudire i pargoli, che forse a quello ci penseranno le associazioni statali dei neo-Balilla?
Ma i Balilla, ne sono certa, aiuteranno i riproduttori solo se ci si è moltiplicati correttamente che di certo la razza italiana, cioè il popolo italiano nella sua espressione fisica, non puó mischiarsi con razze inferiori e perdere il suo splendore.
In questo delirio nostalgico e pericoloso per fortuna io mi salvo perché mi sono già riprodotta e l’ho persino fatto con un ariano di razza pura, ma quali saranno le conseguenze per il meticciato?
Non credo dovremo aspettare molto, lo scopriremo presto, non appena avranno finito di scrivere il testo e promulgato le nuove leggi razziali.